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1977 Caduta dal cavallo 1977

Per tener desta l’attenzione sui fatti di Parigi e incoraggiare la discussione in corso metto in primo piano questo post del 14 nov. 2015 [E. A]

di E. A.

è buia ma buia ma buia
non la notte,  l’Europa
a occhi sbarrati stanotte

“venite presto
ci ammazzano
tutti”
febbrile digitando
nell’opalescenza…
buio sparviero calando
sul Bataclan

la guerra la guerra
ricamavamo
la guerra la guerra c’è già
era qua

non pensata
che piega la poesia
che piega la ragione
e le taglia le teste

a labbra chiuse
scrivete la paura
contate i morti
non chiudete le frontiere tra le menti

pensate
l’orrore
il buio
il mondo

pensate

Da “L’occasione della poesia”

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di Giuseppe Panella

 

*Per tutta la vita cerchiamo di dimenticare:
i sogni, i desideri, il dolore, il fallimento,
gli amori marciti nell’attesa della morte,
le aspirazioni mancate e mai risolte
nel momento in cui trovano una svolta Continua la lettura di Da “L’occasione della poesia”

Donne e uomini

godimento ederle

di Arnaldo Éderle

 

Le donne donne donne donne donne
sono tutte donne con culi e seni
che passano per le strade e le profumano
di carne di donna e se la godono
ad ogni passo, e fingono di sistemarsi
la gonna e invece si accarezzano il culo
e ridono. Continua la lettura di Donne e uomini

Il Novecento passato a contrappelo (1)

1914 18

GRANDE GUERRA: Cominciando dai morti (da Poliscritture FB)

di Ennio Abate

Il poeta Andrea Zanzotto visse nei luoghi dove avvenne uno dei tanti massacri della Prima guerra mondiale e su di essa molto rifletté. Una volta fece una proposta: realizzare «un libro come fondamento delle bibliotechine di famiglia, di scuola ecc.: un puro elenco di nomi e relative date, sessanta righe a caratteri piccoli e stretti per ogni pagina: sarebbero circa 10.000 pagine. Solo per una guerra, per un Paese, e tralasciando gli impazziti i feriti i mutilati». Continua la lettura di Il Novecento passato a contrappelo (1)

Futuri? Passati?

Carlo-Broschi-Farinelli (1705 -1782)

di Antonio Sagredo

“Spero di costruire una Poesia più mostruosa della mostruosità che mi  circonda”, scrive Antonio Sagredo, inviandomi le sue “POESIE DALL’ANNO ZERO”, che hanno come sottotitolo “Ultime prove mostruose” e si possono leggere interamente sotto, in Appendice. Sul blog L’OMBRA DELLE PAROLE in un commento  dichiara poi che  probabilmente saranno le ultime che scriverà “intuendo o avendo la sensazione che la Poesia si trova in uno stato o posizione o ruolo di fine-inizio”. Impossibilitato a inoltrarmi in un’analisi degli  otto complessi componimenti,  metto in evidenza il quarto – quello intitolato “Futuri? Passati?” – che  riassume al meglio, a mio parere, l’esito nichilista della sua poetica. Vorrei  che lo si leggesse alla luce della discussione svoltasi su “Mie città” di Rita Simonitto nel post precedente (qui):  per intendere  vicinanze e distanze tra due modi diversi – approssimativamente: romantico/classico o ermetico/storico? – di affrontare la crisi o questa “fine-inizio” (la transizione a una nuova epoca, a una nuova poesia, a un nuovo mondo, a una nuova società?) che non riusciamo a capire e a nominare. [E. A.]

Levatrice dei morti —- la notte coi suoi gemiti e le stelle così lontane!
Non abbiamo parole noi – nella luce! Stiletti di pensiero sono infelici passi,
fitte delle nostre colpe i ritorni dell’eterno: rifugi, cisterne di insensati giorni.
Inconsapevoli in un qualcosa da cui nascemmo: senza una fine e un principio! Continua la lettura di Futuri? Passati?