di Lucia Bruni
Le stanze del collegio sono grandi e fredde, cara mamma. Da quando ci hai lasciati così all’improvviso, la nostra esistenza ha preso una piega triste e penosa.
Ricordo i tuoi ultimi giorni; lo sguardo spento e assente, il respiro affannoso, la testa abbandonata sul guanciale e quei tuoi ricciolini castani, così belli quando erano mossi dal vento, bagnati di sudore per la febbre che non ti lasciava mai. Il babbo non diceva nulla; aspettava, perché sapeva che per te non c’era più nulla da fare. L’infezione si stava portando via la tua giovane vita. Continua la lettura di Il dolceforte dei sogni