di Mauro Armanino
Straniero per scelta è un gran mestiere. Passano i Paesi e scorrono i volti incontrati come in un racconto dove i personaggi sono in cerca d’autore. Si confondono talvolta nella memoria che, come sappiamo, è selettiva e immagazzina quanto basta per non perdersi nel mondo del passato. Straniero in Costa d’Avorio, in Argentina, in Liberia e, infine nel Niger, incastonato nel Sahel come una terra di passaggio. Ad essere straniero di adozione non ci si abitua mai, solo si può, a tratti, dimenticare di esserlo. Straniero e dunque ‘strano’ o meglio, esterno, estraneo, dal latino e dal vecchio francese ‘estrangier’. Una collocazione privilegiata perché definita da limiti, margini e frontiere che, com’è noto, si presentano come mobili, nomadi e negoziabili. Mi trovo comunque in buona compagnia perché, secondo l’agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati HCR, l’anno scorso le persone che si sono trovate straniere altrove, spesso senza averlo scelto, ha raggiunto la cifra di 84 milioni. Si formasse un Paese a parte sarebbe il diciassettesimo più grande del mondo, prima dell’Iran o la Germania. Sono cittadino di questo unico Paese da una vita. Continua la lettura di Un privilegio immeritato: undici anni nel Niger