Archivi tag: parole

Inediti 1986-2016

di Leopoldo Attolico

 

 

ANTAGONISTI MANCATI
( gli orrendi anni ’80 )

Alla mia generazione è sempre mancata
l’ambizione di colpire e sparire
come conviene ai guastatori;
il genio della guerriglia
di cui era maestro Garibaldi Continua la lettura di Inediti 1986-2016

Da «I luoghi i tempi le parole»

 

di Eugenio Grandinetti

Premessa

Potrei dare a questa raccolta il titolo “Ultime”, non perché essa comprenda le ultime poesie da me composte, ma perché è l’ultima che intendo pubblicare per adempiere a quello che io ritengo un mio dovere verso la società. Infatti io ritengo che tutti siamo debitori verso la società in cui viviamo perché il nostro modo di essere è determinato anche dai rapporti sociali in cui siamo implicati e quel che ognuno pensa o scrive non è solo opera sua ma è anche espressione dei desideri, dei comportamenti, delle aspirazioni e delle preoccupazioni della società in cui vive. Continua la lettura di Da «I luoghi i tempi le parole»

Traccia per coro peripoetico

Dialogo tra un passeggiatore di cani, un peripoeta e Federico, con coro

di Luca Ferrieri

Questo testo costituisce il copione di una rappresentazione poetica realizzata dalla biblioteca di Cologno Monzese per la serata conclusiva del progetto europeo La poesia cammina per le strade, tenutasi l’8 aprile 2017, con la regia di Roberto Anglisani

*

Il dialogo inizia come quello tra due accompagnatori di cani nel parco, all’imbrunire.

Il passeggiatore ha in mano un guinzaglio, il peripoeta un quaderno. Il coro stormisce nel buio.

Passeggiatore di cani – Ah, questa è bella. La poesia cammina per le strade. Cos’è, siete in marcia, siete in piazza, un’altra volta? Ma forse non ci sono più strade, eh? E non c’è più nemmeno la poesia… Continua la lettura di Traccia per coro peripoetico

A proposito di gatti. Memorie.

 

di Rita Simonitto

 

A Tuja
22.06.2007

“Tu non dovevi o cara
togliere la tua immagine dal mondo…” [1]

Ecco esplodere l’urlo
che poi s’acquieta
e si smorza il grido
carezzevole vagando
sul filo di dettagli
ormai perduti.
E poi ancora torna
sull’onda della pena.
Così pianse il poeta. Continua la lettura di A proposito di gatti. Memorie.

Il giovane Holden

di Davide Morelli

Quel lunatico e schivo di Salinger ha piazzato uno dei più grandi romanzi americani con “Il giovane Holden”. Di sè ha sempre fatto sapere poco al mondo. Ha sempre fatto vita ritirata ed appartata. E’ sicuramente il più schivo e riservato dei grandi scrittori americani del ‘900. Tempo fa su un settimanale vidi una sua foto, o meglio un suo mancato ritratto fotografico: infatti il fotografo era riuscito a riprendere la sua figura, ma Salinger era riuscito a tapparsi il volto con la mano. La foto quindi non permetteva una completa lettura del suo viso. Ma veniamo al romanzo. Il giovane Holden innanzitutto è innovativo per la continuità impressionante del gergo giovanile. Dall’inizio alla fine del romanzo Salinger utilizza Continua la lettura di Il giovane Holden

Allegria

ammoniti

 

di Franci La Media



Né io né nessuno sa niente dello sfondo in cui colloco queste poesie. Congiungere il pieno della vita col vuoto della morte (qualcuno dice invece: scambiare l’apparenza del pieno con la sostanza del vuoto) non è niente di individuabile, sono incursioni in ciò che non esiste. E’ un discorso sterminato, e un giardino chiuso. Dal bordo slabbrato dell’esistenza sporgersi in niente che la sostiene.
Ennio Abate mi ha gentilmente fatto sapere che per alcuni queste poesie sono risultate di difficile lettura, forse persino intenzionale. Forse è soprattutto un discorso superfluo. Per renderlo più accettabile ho posto dei titoli ai testi, e scrivo questa breve introduzione a un discorso forse impossibile.
Siamo un riflesso nel vivo contrasto di una corrente tra senso e fine, portati come specchietti di luce cangiante, e ne conosciamo l’incanto. Parlare, stringi stringi, è lodare, e corpo e vita sono parole che la lingua ha raccolto e collocato in un discorso più ampio, che dice anche “dio” e “speranza”. Uso parole che tutti conoscono, senza interrompere i legami che le collegano da millenni.
E’ un discorso del precipizio, sul confine di quello che sempre svanisce, ed è un discorso che cerca un modo per fermare ciò che sfugge e si trasforma. Per fissare il movimento nel suo più piccolo articolarsi, un quasi nulla, la sostanza del passaggio, e il suo definitivo ri-comparire. Dentro questo naturale confine la lingua ricama veri fantasmi.[FLM] Continua la lettura di Allegria

Mary Ann

caschetto 2

di Arnaldo Ederle

 

Mary Ann

Mary Ann. Che splendido nome!
Quando ti ho vista, prima volta,
non ho saputo che pensare. Il tuo
caschetto! Nero me lo ricordo, Continua la lettura di Mary Ann

In cronaca

1979 Per morte 1979 2
Tabea Nineo, studio, 1979

di Rita Simonitto

Minuscola storia: da poesie controcorrente all’impoetica rappresentanza dell’orrore.

Una volta scrivevo poesie. O, a dire meglio, versi. Ora non più, anche se durò a lungo la convinzione che non avrei potuto fare a meno di scriverne.  Allora che cos’era quella spinta? Una coazione? Era un gioco? Continua la lettura di In cronaca

Molti in poesia…

Ecco lo scritto di Partesana a cui avevo accennato (qui). In APPENDICE ho trasferito i commenti riguardanti l’argomento  già pubblicati sotto l’articolo Trapassato prossimo. L’invito è a proseguire la discussione in questo post [E. A.]

di Ezio Partesana

E il mondo ancor più sterile, o fratello,
 Ci fa quel vol di poësia stupendo,
 E non trovando il Bello,
 Ci abbranchiamo all'Orrendo.
(A. Boito)

Il molto poeta non scrive mai poesie brutte, non gli passa neanche per la testa di farlo, e anche quando legge c’è sempre una immagine o un ricordo che gli paiono belli e degni d’essere raccontati in versi; in fondo la letteratura è fatta di parole e sentimenti, e le une e gli altri sono possesso comune di tutti gli esseri umani. Continua la lettura di Molti in poesia…

Kaethe_Kollwitz_Die_Freiwilligen

Che fare quando nulla pare sia possibile fare?

di Ennio Abate

In evidenza. Pima pubblicazione 28 feb. 2016

Lettera aperta a Giulio Toffoli ma non solo a lui

"O frati", dissi "che per cento milia
 perigli siete giunti a l'occidente,
 a questa tanto picciola vigilia

d'i nostri sensi ch'è del rimanente,
 non vogliate negar l'esperienza…[di?]

Caro Giulio,
rispondo sinceramente e pubblicamente e non nell’ambito più “protetto” degli scambi tra redattori di Poliscritture al tuo ultimo commento (qui). Perché non giova nascondere le divergenze tra me e te, dato che non sono poi tanto diverse da quelle che esistono tra me e altri redattori o commentatori o collaboratori esterni a Poliscritture. Continua la lettura di Che fare quando nulla pare sia possibile fare?