di Andrea Di Salvo
*
Reductio ad unum
fin dalla prima vagolante percezione
aspiriamo discriminare
l’ovunque e il molto, il troppo e l’altrimenti
l’identità nel caos e nel durare il noi Continua la lettura di Cinque poesie
di Andrea Di Salvo
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Reductio ad unum
fin dalla prima vagolante percezione
aspiriamo discriminare
l’ovunque e il molto, il troppo e l’altrimenti
l’identità nel caos e nel durare il noi Continua la lettura di Cinque poesie
di Pietro Peli
Il ritorno è un ritornare
o non essere mai partiti:
la differenza risiede
nell’involucro che sorregge
e chiede ogni giorno
di riempirsi. Continua la lettura di Cinque poesie
di Marcella Corsi
come fossimo, nate per sentire e dare
vita, costrette a cedere ogni volta ad una legge
imposta, insopportabilmente ingiusta a volte) Continua la lettura di … e morte sia
di Rita Simonitto
[Un racconto sul desiderio di fuga e sui condizionamenti, tra cui l’assenza di un progetto, che impediscono di essere libere. Perché protagonista, titubante e impacciata, è proprio una donna]
Finalmente libera.
Non era stato facile quel giorno sfuggire alle maglie che l’avevano tenuta prigioniera per tanto tempo.
Era stato un lavoro lungo, innanzitutto dentro di lei perché aveva dovuto far fronte ad altri lacci ben più inquietanti.
La paura, ad esempio.
Paura di tutto e di tutti. E questo stato d’animo la faceva sentire ancor più intrappolata e così le capitava di reagire d’istinto mostrando una aggressiva insubordinazione verso ogni cosa le capitasse a tiro.
Più volte aveva cercato di convincersi che invece bisognava giocare d’astuzia, mostrarsi (solo mostrarsi, sia chiaro) arrendevoli se si voleva raggiungere uno scopo. Che per lei era quello di andarsene. Continua la lettura di Libera
di Giulio Toffoli
[Un racconto-saggio sulla paura, uscito come editoriale del n. 10 di “Poliscritture”. Li Yu è invitato a una conferenza sul tema della paura, cui interverranno un economista, uno psicologo, un capo di polizia e… l’ambulante Pai Ling. Spazio e tempo sono lasciati a voi]
Li Yu non amava i dibattiti a cui assisteva un grande pubblico. Non erano mai discussioni ma semplici esercizi retorici o nei casi migliori orazioni che avevano la finalità di convincere un uditorio per naturale sintonia portato a esprimere un facile giudizio positivo. Essere contro è arte difficile, richiede di avere la possibilità di ragionare con calma, ci vuole un clima che sia di disponibilità al confronto. Un clima raro da trovare. Nulla di tutto ciò era all’orizzonte e perciò Li Yu godeva del suo vivere ai margini da quel maelstrom che erano le usuali conferenze. D’altronde nessuno avrebbe mai pensato a lui e ciò gli consentiva di godere di uno stato di grande tranquillità d’animo.
Un giorno questa condizione di pace venne infranta da un amico che giunse a casa e disse: Continua la lettura di Li Yu e la paura
di Massimo Parizzi
[Anni ’60. Brevi ricordi di un tredicenne che ha paura dei suoi genitori e di aprire cassetti. Pubblicato nel n° 10 di “Poliscritture”, dicembre 2013.]
Mio padre e mia madre avevano paura. Nulla, in particolare, li minacciava. Lei, dopo avere lavorato in banca, faceva la casalinga. Lui lavorava in banca. Avevano attraversato gli anni della guerra, sì, i bombardamenti di Milano, lo sfollamento. Ma mio padre non aveva combattuto. E non avevano subìto, né in prima persona né tra i familiari, distruzioni, perdite, menomazioni, lutti. Finita la guerra mio padre, denunciato da un collega, Continua la lettura di Chiusi lì dentro