Archivi tag: Pier Paolo Poggio

Peripezie di una lettura

Tabea Nineo, disegno con Paint 2016

Con una Risposta di Angelo Australi

di Ennio Abate

Caro Angelo [Australi],

il ritratto che ci hai dato di Davide Lazzaretti (qui)  recensendo il romanzo di Simone Cristicchi, “Il secondo figlio di Dio”   e i commenti  al seguito hanno suscitato in me dubbi, inquietudini e una certa stizza per l’apprezzamento  speranzoso  verso  i movimenti dal basso legati a precisi  luoghi che tu, Aguzzi e Locatelli avete espresso. Non  sono certo che, a partire dalla figura di Lazzaretti, tu abbia voluto delineare una proposta  culturale e politica per l’oggi. Alcune tue affermazioni[1]  e un successivo commento[2] me l’hanno fatto pensare. Ma, così non fosse, sento  una proposta del genere aleggia nell’aria di questo nostro tempo. Ed allora ho voluto approfondire, riprendendo in mano vecchi libri,   per chiarire innanzitutto a me stesso le ragioni  della mia  reazione. Che avevo del resto già anticipato  in una replica ad Aguzzi (qui) dichiarando al contempo simpatia e riserve. Ora, con questo riepilogo delle mie peripezie di lettore  le  preciserò analiticamente.

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Nella zona grigia del revisionismo storico

Nel 1999 come “Associazione culturale IPSILON” organizzammo a Cologno Monzese un incontro-dibattito con lo storico Pier Paolo Poggio, autore di “Nazismo e revisionismo storico”(Manifestolibri 1997). Ne ricavai quello che doveva essere il n. 1 de “I quaderni di Ipsilon”, rimasto poi impubblicato per il venir meno dell’Associazione proprio quando si stava per festeggiare i suoi dieci anni di attività. A vent’anni da allora, in coincidenza con la “Giornata della memoria”, che  l’Amministrazione Comunale leghista ha creduto di dover controbilanciare aggiungendovi un “Giorno del ricordo 2019” (qui) con tanto di proiezione del film sulle foibe “Rosso Istria”(giustamente criticato: qui) e testimonianza di un “esule e figlio di infoibati”, mi sembra quasi doveroso contrapporre il contenuto di quel “quaderno-fantasma”. Di fronte agli sproloqui propagandistici e  presuntuosamente disinformati che s’incontrano sui social quando si parla di Shoah, fascismo, nazismo, gulag e lager,  testimoniare  la qualità di una riflessione storica e culturale  andata del tutto persa mi pare  questione elementare di igiene mentale. Bisogna pur tentare di uscire da questo  oggi informe, in cui come diceva Fortini nell’intervento in Appendice «mentre continuiamo a scoprire inimmaginabili fosse comuni, accettiamo che la storia del secolo, cioè la nostra vita, ci sia raccontata come una favola di burattini, i buoni qui e i cattivi là, tutto chiaro.» [E. A.]

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Appunti politici (10): Su “Comunismo di F. Fortini”. Una polemica con Cristiana Fischer

di Ennio Abate

Replico  ai commenti lasciati da Cristiana Fischer sotto i post che ho  dedicato a «Comunismo di F. Fortini» (qui, qui e qui). [E. A.]

1.
No, non credo si tratti  di pignoleria ma semplicemente di anticomunismo quasi viscerale (che è per me il peggiore). I tuoi commenti svelano, infatti, molto del tuo atteggiamento verso Fortini, un autore che conosci poco, e il suo marxismo. Rigettano, infatti, in un sol colpo il concetto e la parola ‘comunismo’ e l’interpretazione che ne dà Fortini nell’articolo in questione. E hanno un intento preciso: sbarazzarsi dei problemi che quell’idea e quella storia (novecentesca) potrebbero ancora riportare a galla.
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