Pietrantonio Arminio non è più tra noi dall’11 dicembre 2015. Annunciammo la sua morte qui. Amico di Donato Salzarulo e suo compaesano era diventato anche un po’ nostro amico. La profondità della loro amicizia è testimoniata dai “dialoghi semimuti” che, muovendosi tra visionarietà ( Pietrantonio: “Nella mia mente il tutto si configura come una sorta di altare con gli elementi fondanti di un aggregato umano…Sembra inciso direttamente dalla luce…”) e richiami alla materialità ( Donato: “lo riporto alla materialità dell’opera. L’unità della composizione è data dai materiali usati: ferro, nylon, legno.”) si possono leggere qui.
Senza la forza che un’amicizia vera dà, credo che Pietrantonio, già “privato della voce e costretto alla scrittura” o “a far ricorso ogni tanto al linguaggio dei gesti e a scrivere, più o meno velocemente, su fogli, ora sottolineando una parola, ora scrivendola in stampatello ora cancellandola per cercare il termine più espressivo o più esatto”, non avrebbe trovato la forza di parlare della propria arte poliedrica (scultura, pittura, fotografia) con tanta lucida passione, malgrado l’incombere della malattia. E Donato sarebbe stato più esitante “a parlare con [Pietrantonio], a sforzarsi di capire, a porre domande, a ripetere concetti e a parafrasare, tenendo il più possibile sotto controllo la [sua] angoscia da empatia”. Entrambi diedero un bellissimo esempio di umanizzazione del dolore e di pacata resistenza alla morte che sempre ci assedia.
Per riportare l’attenzione su Pietrantonio Arminio e la sua opera, pubblico un’accurata ricostruzione della sua carriera artistica, una rassegna delle mostre delle sue opera quando Pietrantonio Arminio era in vita, delle retrospettive curate dopo la sua morte e una bibliografia. Continua la lettura di Ricordando Pietrantonio Arminio