di Luigi Greco
Questi brani sono tratti da «Ziantò (e nonna Lenuccia)» un bel libro, per ora inedito e a circolazione amicale, di memorie familiari che s’intrecciano con quelle della storia di una citta del Sud, Taranto, dai primi anni del Novecento ai Sessanta. Ziantò e la moglie Lenuccia – le due leggendarie figure rievocate con affetto e con toni da narrazione popolare dal nipote Luigi Greco, autore del libro – attraversano gli anni duri del fascismo, quelli della sua capitolazione e quelli del dopoguerra e della ricostruzione. E compaiono con i tratti netti e senza fronzoli o ambivalenze della umanità resistente di quell’epoca: lui, militante anarco-comunista assuefatto alle dure leggi della clandestinità antifascista ma anche spirito beffardo e capace di ironia e generosità anche contro chi lo perseguita; lei, di formazione cattolica e più esterna all’ideologia antifascista del marito, ma altrettanto combattiva e, pur sempre accanto a lui, capace di indipendenza femminile. Faccio notare che Ziantò è il padre di Michele Turi, che ho ricordato qui. [E. A.]
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