di Lucia Bruni
Evvaiii! Ma l’esclamazione sincera e partecipata di Giulia al racconto divertito di Sabrina su come aveva festeggiato il sedicesimo compleanno, era velata di malinconia. Continua la lettura di Su per la discesa
di Lucia Bruni
Evvaiii! Ma l’esclamazione sincera e partecipata di Giulia al racconto divertito di Sabrina su come aveva festeggiato il sedicesimo compleanno, era velata di malinconia. Continua la lettura di Su per la discesa
di Velio Abati
a W.
C’è bisogno di decenni, a volte, per vedere la tenacia dei legami stretti nei luoghi di potere; almeno nel nostro tempo, quando tutto ha un prezzo, la merce trabocca negli scaffali e da ogni angolo dell’esperienza quotidiana ti si proclama che la vita è nelle tue mani. Sospetto una continuità – non dico di sangue, ma di meccanica sociale, nel territorio italiano – tra i circoli famigliari evidenti nella struttura capitalistica moderna e quelli, insieme ristretti e diffusi, della borghesia comunale, i gruppi di eruditi seicenteschi, fino ai salotti illuministi. Non sorprende che originariamente fossero di clan, vista la loro recente origine feudale; degna invece di studio è la resilienza di siffatto automatismo fino ai nostri giorni, tanto che allo storico suggerisce per analogia la lettura delle ere umane trascorse e della loro attuale forza nelle forme del paesaggio agrario intorno a noi. Continua la lettura di Cene
di Arnaldo Éderle
365 erano le mogli del Sultano,
ognuna con la sua personale camera
da letto, vetri oscurati tende di raso
sanguigno ornate di draghi blu.
Nessuno le aveva già viste nessuno
le conosceva. Era un serraglio senza
alcuna via di uscita, tale quale
una magnifica prigione (ma si sa
le mogli del sultano non hanno uscita
se non alla loro sontuosa morte). Continua la lettura di La favorita del Sultano