Archivi tag: realtà

C’è tutto e non c’è nulla

JOYCE PASSATO FUTURO

di Franco Nova

Vide dei lumini lontani, fu incuriosito e si avviò quindi rapidamente per raggiungere il luogo. Non impiegò molto, era anzi strano come la notevole distanza fosse stata percorsa così presto; neanche avesse calzato i famosi stivali delle sette leghe. Arrivato però nel posto, dove erano sicuramente quelle luci tenui, nulla trovò se non l’oscurità più…scura. Vide però in distanza dei fuochi che ardevano e lo incuriosivano ancor di più. Si avviò a passi sempre più rapidi e ratto fu nel luogo avvistato, dove nulla c’era, nemmeno braci semispente, nemmeno mucchietti di cenere. Niente indicava che in quel luogo fosse stato acceso un qualsiasi falò. Continua la lettura di C’è tutto e non c’è nulla

Sempre in coda al flusso *reale*, inconoscibile

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di Gianfranco La Grassa

Questo saggio  fa lucidamente il punto, e in termini drastici rispetto ad alcune delle principali tradizioni di pensiero otto-novecentesche, su un tema, quello della realtà, che si è presentato spesso in numerosi post di Poliscritture riguardanti ora questioni di poesia ora di politica; come pure, in modi spesso personalissimi, nei commenti. La tesi di fondo mi pare riassunta in questo passaggio: «è meglio pensare ad una realtà assoluta, autonoma, indipendente da noi e a noi esterna, che tende continuamente a mettere sottosopra ogni nostra transitoria fissità». O in questo: «E’ invece assai più sensato supporre che siamo sempre alla coda del mutamento (casuale e non finalistico) di quel flusso che rappresenta la realtà». Da  questa posizione, alla quale La Grassa è giunto dopo un lungo percorso teorico-politico, discendono una serie di affermazioni che  rifiutano ormai apertamente   idee tuttora correnti di umanità, progresso, cooperazione, solidarietà, pace, utopia ( e magari ancora di comunismo), anche quelle appartenenti alle versioni più critiche (di matrice religiosa o marxiana). In primo piano viene riproposto il «conflitto» sociale e politico. Incessante e non finalizzato. E non più tra le «classi» ma tra individui e gruppi «conservatori e innovatori». (Meglio: soprattutto tra «élites conservatrici o innovatrici»). Conflitto, comunque, sempre condizionato dal «flusso squilibrante della realtà, inconoscibile per sua “essenza”».  Il suggerimento è di leggere più volte il saggio e di discuterne col massimo di intelligenza critica e, perché no, di passione politica. [E. A.]
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Non si ragiona con i piedi

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di Franco Nova

Si era appena svegliato e si sarebbe dovuto alzare subito, lo sapeva bene. Non ne aveva alcuna voglia, il corpo esigeva d’essere sgranchito, la mente si adagiava piacevolmente in quel semitorpore, desiderava coccolare ancora i sogni ricevuti e poi riappropriarsi gradualmente della realtà. Cos’ha in fondo di bello questa realtà che un povero cervello, appena svegliatosi e uscito da gradevoli fantasie o incubi non banali, dovrebbe subito rientrarvi? Per carità, non se ne parla nemmeno, ancora una buona mezzora di pigro addentrarsi nei meandri del pensiero rappresenta una cura contro ansia e stress. Continua la lettura di Non si ragiona con i piedi

La vita è sogno, ma il sogno è morte

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di Franco Nova

Fin da bambino l’avevano educato con questa cantilena: la vita è sogno. Era stato cullato, coccolato, poi era cresciuto nella bambagia e sempre tranquillo, trasognato. Divenne adolescente poi adulto; gli altri lo sopportavano come un tipo sempre tra le nuvole. Sgobbavano, tiravano avanti con fatica, soffrivano tanto e gioivano poco. E lui ripeteva a tutti: avanti, la vita è sogno! Lo guardavano storto, ma lo prendevano per leggermente ritardato e quindi sorridevano con benevolenza (un po’ forzata) senza mai replicare. Lui non aveva mai sognato nel mentre dormiva, ma questo non lo sorprendeva: se la vita è sogno, che cosa avrebbe potuto sognare ancora? Continua la lettura di La vita è sogno, ma il sogno è morte

Solo parole

universo remoto

di Cristiana Fischer

Queste poesie, astratte e contraddittorie, sono state scritte insieme in un breve periodo. Il loro tema è l’oscillazione, la scelta, l’impossibilità di decidere su argomenti che la tradizione chiama Dio Creazione Verbo e la cultura razionalizzante e scientifica in cui ho trascorso la vita non chiama. Ma lavora accanitamente su costellazioni che quei nomi riassumevano. Pare che io possa scegliere per la Creazione o per l’eternità dell’universo. Posso scegliere per la potenza creatrice della parola (“fiat lux!”) o per il nichilismo dove Satana l’avvocato mi tenta con la miscredenza.
Scrive Mario Novello (insegna presso il Centro brasiliano di ricerca fisica di Rio de Janeiro) a proposito del perché “esiste qualcosa invece del nulla”: “quest’analisi ci avvicina inevitabilmente agli antichi saperi, che hanno altre forme di argomentazione e non utilizzano il metodo scientifico … E’ possibile sviare questa domanda dal percorso lungo il quale, durante tutta la storia, essa è stata tradizionalmente posta, subordinandola al trattamento dei filosofi, e fornirle una differente connotazione scientifica attribuendo ad essa un significato nuovo?” ( M. Novello, Qualcosa anzichè il nulla, Einaudi, 2011) Tradizione e scienza girano intorno alle stesse questioni.
E poi, il disordine e la grave incertezza del nostro Occidente si accompagnano al mio particolare biografico, di anziana con breve futuro, la sorte personale echeggia i segni di una crisi generale. Le grandi parole con cui ho lavorato nelle prime cinque poesie sono anche le piccole e comuni parole della fine, per i vecchi e i molti infelici che la perdono ogni giorno tra guerre e sfruttamenti. La potente parola che crea, miti e simbolico, è la sfuggente parola che nomina l’insussistenza, il niente vitale. Con l’ultima poesia ho riassunto il tema.[C.F.]
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La doppia crisi. Su riconoscimento dei poeti e critica militante (2)

flagellazione

di Luciano Aguzzi

Ancora una volta sposto dallo spazio dei commenti e metto in primo piano un intervento di Luciano Aguzzi. Perché riassume e ripropone dal suo punto di vista   ma con estrema chiarezza le questioni affrontate qui.  Mantengo lo stesso titolo e la stessa immagine per  segnalare ai lettori la continuità di questa discussione. [E.A.] Continua la lettura di La doppia crisi. Su riconoscimento dei poeti e critica militante (2)

Scienza e poesia tra poco spose?

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Dialoghetto tra Samizdat e il Poeta

di Ennio Abate

Non è lontano il momento nel quale si comprenderà che ogni letteratura che si rifiuti di camminare fraternamente a fianco della scienza e della filosofia è una letteratura omicida e suicida.
(Charles Baudelaire, 1852)

Poeta – Hai letto? Vedi, lo diceva pure Baudelaire! Sto matrimonio s’ha da fare!

Samizdat – Non dico di no, ma per ora non c’è. Ed è complicatissimo realizzarlo. Tu la fai troppo facile. Innanzitutto la tua poesia continua a intendersela più con la religione che con la scienza. E poi l’altro sposalizio che sembra entusiasmarti – quello tra religione e scienza – è, sì, già avvenuto ma non è ben riuscito. Continua la lettura di Scienza e poesia tra poco spose?

Qualche appunto su vicinanze e distanze tra Fortini e Zanzotto

zanzotto paolini

di Ennio Abate

Ho sempre supposto che Zanzotto sia stato per Fortini come un tarlo e viceversa. (E credo che qualcosa del genere sia avvenuto anche nel rapporto tra Ranchetti e Fortini; e, perché no, tra Pasolini e Fortini…). È solo una supposizione. Non sono mai riuscito a trovare il tempo per accertarla o smentirla sui testi e nelle rispettive biografie. Eppure questo ricordo lasciato da Zanzotto sul «Corriere della Sera» nel 1995 a un anno dalla morte di Fortini, ora ripubblicato da LA PRESENZA DI ERATO (qui), mi pare quasi una conferma. Continua la lettura di Qualche appunto su vicinanze e distanze tra Fortini e Zanzotto

Polivalenza di un sospiro

biancaneve

di Giorgio Mannacio

1.
Ho assistito qualche mese fa – per ragioni del tutto personali – ad una rappresentazione destinata a bambini dai cinque ai dieci anni. Si trattava della trascrizione in forma teatrale della celebre fiaba Biancaneve e i Sette Nani di cui non si può non ricordare il magistrale film per cartoni animati di Walt Disney. Dal testo originario erano stati estrapolati e sceneggiati gli episodi più significativi e suggestivi. Dal punto di vista dello spettatore adulto, interessato ad esperimenti teatrali, lo spettacolo presentava una caratteristica. I personaggi che, nella realtà, avrebbero potuto essere veri soggetti umani ( una ragazza di nome Biancaneve, una regina, un guardiacaccia ) erano interpretati da attori in carne ed ossa. Gi essere fantastici (i sette nani) erano marionette di legno e altro materiale, mosse mediante fili da altrettanti operatori. Veniva così creata una sorta di ulteriore contrappunto tra realtà e fantasia. Continua la lettura di Polivalenza di un sospiro