Franco Fortini, Una lettera a Nietzsche
Per introdurre l”accurata, problematica e non scolastica analisi che Elena Grammann fa di un preveggente scritto, in cui Franco Fortini, verso la fine degli anni Settanta del Novecento, avvertì – tra i primi – i rischi della Nietzsche-Renaissance, stralcio questo passo da uno dei saggi che Roberto Finelli – un filosofo che spesso ho segnalato – ha dedicato su “Consecutio Temporum” del 30 aprile 2019 (qui) al tema dell’abbandono del pensiero di Marx dopo la breve fioritura avvenuta a cavallo del biennio “rosso” del ’68-’69 : «Così in breve, a partire da quei fine anni ’70, filosofi, intellettuali, operatori culturali a vario titolo, diventarono quasi tutti heideggeriani e anziché di processo di valorizzazione, di composizione organica, di saggio del plusvalore, di tecnologia come sistema forza lavoro-macchinismo nella produzione di capitale, si cominciò a parlare di «Tecnica» come volontà di manipolazione e potenza di un Soggetto umano nella sua contrapposizione all’Oggetto: e come realizzazione nell’età moderna di una metafisica cominciata nell’età classica di Platone ed Aristotele, quale conseguenza di una rimozione originaria del senso dell’Essere e quale affermazione di un miope quanto ottuso antropocentrismo». [E. A.]
di Elena Grammann
[…] gli ormai numerosi necrofori delle lettere e della critica che vanno gridando «Viva la morìa!», come i monatti, subito dopo tornando a portarsi il fiasco alla bocca. (F. Fortini, Avanguardie della restaurazione)
Continua la lettura di Nietzsche come fondamento della metapolitica?