di Rita Simonitto
Fragrante il rosmarino insegue l’aria ancora timida come il celeste colore dei suoi fiori tuttora infreddoliti. Giù dalle colline il traffico è lento torbidi pensieri senza passato incenerito nella veloce catena delle bare e il futuro annichilito perché anche le domande diventano stracci persi nel vento del dolore. Primavera, addio, addio. Campane che suonano agonie, bambini che non ridono più e in su guardano pensosi a chi forse li ha traditi. Pervicacemente soltanto la natura non ferma il suo rinascimento, non sfoglia abbecedari non consulta vaticini. Con inconsapevole grazia spennella declivi che stridono di uccelli, giardini ormai incolti perché la mano d’uomo si è declinata nel nulla.