di Ennio Abate
Ho letto poche ore fa la notizia: “È morta, la notte scorsa, Rossana Rossanda. Giornalista, scrittrice, cofondatrice de Il Manifesto, ha attraversato da protagonista la vita della sinistra e dell’intero paese da Dopoguerra in poi. Aveva 96 anni”. (Gli Stati generali su Facebook). Nei prossimi giorni leggerò altri ricordi e giudizi su di lei e li mediterò. Per me resta l’amica/sorella antagonista di Fortini e considero gli scritti di entrambi indispensabili per indagare l’enigma tragico del comunismo. Qui sotto alcuni appunti del mio diario in cui ricorre il suo nome.[E. A.]
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Fortini- Rossanda: “due comunismi” (c’erano)
a cura di E. A.
Stralci:
1.
Cara
Rossana, ti ho vista iersera in TV.
Che
tua è la vita, dicevi, e nessuno
per
te può disporne. Lucente l’errore
in
fronte ti splendeva. Ero ammirato e triste.
Due
comunismi ci sono. Tu l’uno l’hai vissuto, che vuole
per
ognuno e per tutti coscienza di sé.
L’altro è più mio: che
negli altri si crei
la nostra figura né mai se ne veda la fine.
Questa
la mia religione. Che tutto sia segno
e si converta in altro. La
foglia si adempia
ma sia il bosco a parlare per ognuna
se
al cielo vuoto di dèi vada il vento.