di Antonio Sagredo
Oggi le note sono a lutto senza contrasto coi ceri accesi, ma i quattro angeli non hanno ancora disteso il drappo sul feretro, e i ritardi non s'addicono ai viventi. Le abbiamo viste implorare luminose sulle rotelle immobili e, sbalordite dallo sconcerto, si sono rivoltate per i suoni circolari dei suoi gesti, ma sul nostro volto ricordiamo tutto il suo sorriso estremo a contagiare anche la tetraggine. Dovevamo conteggiare i passi dai suoi occhi e dalle sue parole, la compassione schiacciare con le sue stesse mani sui pentagrammi, e delle sue gesta colmare ogni stanza fino alla Dodicesima, e poi liberare i lacci dai neuroni. Le sue mani ci resteranno come ali sonore a sussurrare alla musica le note felici che amò dovremo abituarci alla sua gioia! C'è bisogno stanotte della luce delle sue mani! Brindisi, 15 maggio 2020