1.- Non conosco Angelica De Gianni. In quarta di copertina leggo che è nata a Bisaccia (quindi, è mia compaesana) ed insegna materie letterarie. Ha studiato a Napoli presso l’Università Federico II e, dopo la laurea in Filologia classica, ha conseguito il Dottorato di Ricerca in Papirologia. Durante questo percorso ha lavorato un anno in Baviera, presso l’Università di Würzburg. Ottimo.
Edizioni d’arte L’Arca Felice, collana “Coincidenze” a cura di Mario Fresa, 2017
di Paolo Rabissi
Indicazioni
…a ben vedere non c’erano obblighi solo inviti, indicazioni di percorso. Eppure qualcuno si sentiva addosso un destino, come una condanna. Si interrogavano i più, segno che la questione importava, se la libertà nel cammino era totale. I giovani, usciti dal liceo, ne parlavano per strada tra un semaforo rosso e l’altroContinua la lettura di Da “La solitudine di Schenk”→
di Ennio Abate
La questione del rapporto tra poesia e realtà (o storia, o politica) riaffiora in modi più o meno carsici nelle nostre discussioni: in quella della redazione di “Poliscritture” che ha riguardato alcune poesie sulla guerra per il n. 12 della rivista (e che appena possibile pubblicheremo), nel mio saggio su “La Poesia secondo Gianmario Lucini, in miei precedenti ( e numerosi, fin troppo per alcuni) commenti e post dai tempi del «Laboratorio Moltinpoesia»; e più indirettamente anche in alcuni commenti di Luciano Aguzzi.
Per approfondirla, faccio riferimento al post “Su Paul Celan” di Salzarulo e ai successivi commenti e rileggo più attentamente il saggio di Zanzotto su Celan da me segnalato qui. Lo faccio – lo dico subito – mettendomi dal punto di vista di un ipotetico io/noi politico.
«Perché quella di Celan è una via probabilmente impercorribile e inimitabile» ma di questi tempi ancora abbastanza affascinante? [1] Risponderei: perché la storia ci ha trascinato, sì, “altrove” rispetto ai tempi del nazismo che Celan dovette affrontare, ma questo nostro “altrove”, che stentiamo a comprendere, sembra avere una continuità (ma molto più complessa) con quei tempi. Continua la lettura di Celan e la poesia in tempi di lotta politica bloccata→
“Ma guarda te, se si può. – stava borbottando fra sé e sé Li Yu, mentre guardava una delle lettere che si erano raccolte negli ultimi giorni sulla sua scrivania – Da quanto tempo non sento più Wang Wei? Forse l’ultima volta ci siamo visti al tempo della Grande Rivoluzione Culturale e anche allora si trattò di un breve saluto del tutto occasionale.
Per tenere assieme i due poemetti, in un certo senso complementari, di Éderle li numero e anticipo la pubblicazione del secondo in modo che possa approfondirsi la riflessione su entrambi e si possa affiancarla – a me pare possibile – alla discussione su “comprensibilità”/”oscurità” della poesia sorta dalla pubblicazione delle “ultime prove mostruose” di Sagredo. [E.A.]
Dopo la prima a Marina Pizzi (qui) e quella ad Annamaria De Pietro (qui) questa è la terza intervista che ho condotto negli ultimi mesi. Ho posto a Rita Simonitto domande riferite proprio a sue dichiarazioni di poetica o alla sua concezione della poesia ben nutrita dai saperi piscanalitici e dalla passione per i miti. Per intendere meglio la complessità delle sue risposte è bene rileggere almeno alcuni dei testi poetici, narrativi e saggistici che ha pubblicato su “Moltinpoesia”, “Poesia e Moltinpoesia” e Poliscritture”; senza dimenticare i numerosi e sempre densi interventi nello spazio dei commenti. Vedi in fondo a questa pagina le indicazioni per rintracciarli. [E. A.]
Ti sei definita “battitrice libera” in poesia. E in precedenti nostre discussioni (sul blog o per mail) hai detto che, in questo campo, parli «da osservatrice esterna». Quali le ragioni (immediate e profonde, credo) di questo modo di stare in poesia. Vuoi sottolineare che sei rimasta esterna (per scelta tua o ostacoli esterni?) ai gruppi che praticherebbero “con più diritto” la poesia? O che la poesia non è mai diventata il tuo campo di ricerca, una passione dominante , che la pratichi episodicamente e quindi ti senti quasi una “dilettante”?Continua la lettura di Intervista (3) a Rita Simonitto→