di Paolo Carnevali
Tra traffico, inquinamento e via-vai umano, c’è il bisogno di staccare e cercare un po’ di tranquillità. Nella capitale londinese si possono trovare luoghi adatti ad ogni esigenza: ci sono giardini romantici, parchi e canali dove praticare jogging, canottaggio e nuoto. Il lavoro, lo stress, la competitività esasperata, l’iper- connettività, l’infelicità, le lancette dell’orologio che scorrono troppo veloci per una giornata standard fitta d’impegni, commissioni e cose da fare. Mi sono sempre sforzato di trovare spiegazioni e non alibi a certi atteggiamenti tristemente diffusi. E ogni volta mi consolo pensando all’esistenza di zone franche. Spazi di tutti, ma non per tutti, in cui i principi etici della convivenza col prossimo e la natura costituiscono un patrimonio condiviso e rispettato. Sembriamo anestetizzati e impermeabili alla maleducazione, quasi incapaci di reagire ad un certo tipo di comportamento che rischia di disumanizzarci, inquinando quei valori che sono la gentilezza, educazione, rispetto e solidarietà.
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