Narratorio (versione 2021)
di Ennio Abate
DAL CAPITOLO I: BRACIERE, FREDDO, LETTURA, PREGHIERE, PAURE
Madre e figli si scaldarono durante le sere invernali attorno a quel braciere. L’aveva usato a Casebbarone nonna Fortuna e prima di lei altre ignote nonne. Ora asciugava un po’ l’umido della stanza, che restava freddissima. Ogni tanto Nunuccie o Eggidie mettevano sulla brace scorze di mandarino per sentire, mentre bruciavano e facevano fumo, l’odore acre che gli piaceva. Si scaldavano loro tre. Il cielo – gli squarci di cielo nelle finestre – era scuro. I ragazzi avevano geloni violacei sulle orecchie e la pelle sul dorso delle mani gli si screpolava. Nannìne, per combatterlo quel maledetto freddo, lavorava coi ferri gomitoli di lana grezza e giallastra per dare ai figli maglie pesanti. Per tenergli il petto al caldo, anche se pungevano sulla pelle quando i ragazzi le indossavano. Continua la lettura di A Vocazzione (prova 1)