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Alberto Magnaghi e la cultura territorialista

Alberto Magnaghi

di Sergio De La Pierre*

Il 21 settembre 2023 ci ha lasciato Alberto Magnaghi, il nostro Presidente, dopo una lunga malattia che non gli ha impedito di essere, fino agli ultimi giorni, attivo con la sua grande tenacia nelle tante iniziative da lui promosse dentro e attorno alla SdT: l’ultima delle quali è stata il convegno “Buone pratiche territoriali nell’emergenza ecologica. Una prospettiva bioregionale”, che si è tenuto a Roma il 6-8 ottobre, in un clima di tristezza e insieme di orgoglio per aver portato a termine questo impegno fortemente voluto da Alberto. Continua la lettura di Alberto Magnaghi e la cultura territorialista

Misura

Trinità di Rublev

di Cristiana Fischer

L’illusoria potenza di credere all’influenza materna nei confronti di maschi liberi. Ma  voglio credere in una via riformista: liberi ma non salvi, nella vecchia via guerresca cannibalica paleolitica.
La vostra libertà richiede che anche noi, le madri di tutti, non siamo altro che allevatrici temporali per lanciarvi liberi in un mondo di sole vostre regole.
Invece credo che ogni complementarietà sia acquiescenza al vostro mondo di lotte tra maschi senza memoria di nascita.
Il mondo vegetale -stabile- gioca la sessuazione insieme a compatibilità. Noi primati la generazione riduciamo a un’unica modalità: duale. Mentre nascere e fiorire sboccia in forme di travolgente umanità. 

Allora sono minoranza! Bella esperienza
ascoltano con sufficienza
quel poco che conferma e il centro esatto
di differenza si trascura. Ma per non sbagliare
preciso che non sono contenuti argomentati
ma logica teorica che cause e effetti inenarrabili
non ancora previsti ha anticipato. Invece
si tratta di altro mondo che già c'è e non si vede
dai ciechi, il nuovo essere del mondo
di colori verdi e chiari. 
 
 
carovane di nomadi infiniti
venti di particelle le frontiere
di foglie scompongono correnti
sopraffanno i giganti del tempo
dita lacere e scheletri viventi.
Un'aria azzurra e i turbini disciolti
galleggiano diffusi oltremontani
si placano sul mare come un'ombra
di incertezza mai ripresa. L'attacco
dell'incanto è rimandato.  
 
 
Si aggrappano gli alberi in aspetto severo
al loro bosco ai nuovi margini, la rete di radici
i funghi nutriti e i colori che regalano
equilibrio vegetale. Querce e carpini
induriti e sconvolti perenni nei secoli
fioriscono carezze di stagione e soddisfare
i voli è loro ferma e costante volontà.
 
 
Il pensiero ha un innesto
nel corpo e non per caso
il corpo mortale conserviamo
pronti a tutto non a morte cieca
senza speranza: la virtù la forza
che apre i cieli oltre materie consistenti
miste di quanti e sostanzepensiero:
come se tutto svanisse in materia
come le anime dei morti adesso. 
 
 
Lo spazio che mi allarga al solo tempo
dei gesti necessari sulla terra
scandito nei ritmi spazio ecoico che risuona
in millenni e milioni
di storie individuali. Come cieca alla tastiera
punto ai frutti generali
cacciando spirito generativo.
La mente ultrapossente che ci pensa
risponde a necessaria debolezza. 
 
 
con noi i morti tutti quanti
vivono in coincidenza temporale
nel tempo nostro - e non trascendentale
della possibile divina
incarnazione che un pensiero illuminista
ha confinato nell'eguale
per cui tutto il possibile è reale con lo scandalo
di mortalità.
 
 
Tutto si spiega oppure il nulla
se la vita ci dispera
e il dio barbuto eterno ci rallegra
nell'unica fantastica idiosfera
dell'ultimo conflitto e noi segnando la stazione
fermiamo la voglia del delitto e la disperazione
volta a volta del popolo sconfitto. 
 
 
 
Pensare e sapere come forze
spirituali al materiale di cui siamo fatti.
Abbi pazienza ripete e come tutti
raccolgo l'indicibile del cielo in terra
e delle morte madri successive
spirito ci sostiene. 

Trinità di Cimabue

Divagazioni sul telefono cellulare

di Giorgio Mannacio
1.
Sulle innovazioni tecnologiche si esprimono opinioni contrapposte. Di esse alcuni dicono che  rappresentino un progresso. Altri invece sostengono che segnalino una sconfitta del miglioramento del pensiero umano. La questione è indecidibile perché non si sa cosa sia il termine di paragone cioè il PROGRESSO.
Di certo esse costringono a meditare su alcune categorie che riteniamo insite nel nostro sistema di ragionamento. Continua la lettura di Divagazioni sul telefono cellulare

che nessuno mi tocchi la torta pasqualina!

 

 di Angelo Australi

 

 

La schizofrenia del nuovo millennio si percepisce anche dalle nostre abitudini culinarie, perché ormai si può cucinare una peperonata o delle melanzane alla parmigiana in pieno inverno. Una volta nessuno si sarebbe mai immaginato di mangiare cacciagione fuori dai mesi di apertura della caccia, oggi invece si può avere in tavola capriolo, cinghiale e lepre tutto l’anno. Ci lamentiamo se le stagioni non rispettano il loro corso, ma quando invitiamo a cena degli amici magari di novembre, gli cuciniamo un bel risotto di asparagi. Continua la lettura di che nessuno mi tocchi la torta pasqualina!

Due idee di spazio

accampamento-pigmei

di Giorgio Mannacio

I.
La vastità del mare aperto, che non pone neppure un ostacolo fisso allo sguardo, sembra attuare pienamente quella riflessione circa la successione degli spazi in una serie infinita che è il fuoco centrale di una delle meditazioni leopardiane. Di quest’ultima resta irrisolto però, in una pluralità di significati , il verso finale che suona così: e naufragar mi è dolce in questo mare.
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