“Quello di Tarzan è dunque il vero ‘salto’ in uno spazio diverso, con un senso della temporalità diverso. E allora seguiamolo, ma solo per cenni, nella sua crescita. Per certi versi egli usa l’istinto animale (quello detto tale, non so se propriamente; non sono in grado di deciderlo). Quando insegue una preda – in genere pure lui, come ogni altro animale, per nutrirsi – procede avvertendo da dove tira il vento e posizionandosi in modo che il suo odore non arrivi ad essa, altrimenti quella fugge a gambe levate. Inoltre, spesso non tocca terra; procede per aria passando di albero in albero utilizzando le liane. Sa però tendere le trappole, sa attendere un tempo considerevole affinché maturino condizioni più favorevoli. Considera assai meglio i rispettivi rapporti di forza; affronta la prima volta la tigre in modo ‘ingenuo’, ne viene ferito e a momenti ci rimette la pelle, ma impara bene la lezione e poi si ritrae sempre da scontri troppo diretti fin quando questa non è invecchiata. A quel punto è lei che non tiene conto del suo indebolirsi e Tarzan, usando anche dello strumento coltello trovato anni prima nella capanna, la uccide. Insomma, fa uso dell’‘istinto’, ma anche di un pensiero che si articola in modo nettamente più complesso rispetto agli altri animali”.
*in uscita verso metà maggio 2016