di Giuseppe Muraca
Parliamo del tuo ultimo romanzo. Come è nato il progetto di Un amore crudele?
Con una discreta fatica, dopo il quarto uscito con Transeuropa, sono riuscito a costruire un romanzo che dava voce al mio “vissuto”, anche se Un amore crudele solo in parte vi corrisponde. Ma non c’è dubbio che René Magnani sia un mio doppio. Prima avevo costruito romanzi che ricostruivano un “simbolico” pre-psicologico e non esistenziale (La notte di Stalin –quando il comunismo finì di morire anche sessualmente, Stampa Alternativa); simbolico onirico e grottesco, direi, unito alla ricostruzione storica di un certo passato generazionale. Continua la lettura di Su “Un amore crudele”. Intervista a Piero Pieri