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Covid, l’ultima parola


di Paolo Di Marco

a) premessa
Con un articolo sul NYTimes del 4 Giugno della biologa molecolare Alina Chan abbiamo finalmente e pubblicamente tutti gli elementi necessari a dire l’ultima parola sulla pandemia.
Dato che si presenta come un giallo colla classica lenta raccolta di indizi, la formulazione di ipotesi e i colpi di scena, per non dimenticare tutti i possibili depistamenti, ne seguiremo lo svolgimento lungo le tappe essenziali.
(nella foto: Fauci, Daszak e il Covid) Continua la lettura di Covid, l’ultima parola

Il guaio con la scienza

di Paolo Di Marco Continua la lettura di Il guaio con la scienza

Primarie democratiche. Proteste.

Bollettino elezioni americane (3)


di Raffaella Ferraiolo Depero

Alle primarie democratiche nel Michigan, circa un democratico su otto ha votato “uncommitted”[non schierato] per protesta contro le politiche dell’amministrazione Biden nei confronti di Israele e la guerra a Gaza.
Inorriditi dal rifiuto di Biden di smettere di finanziare il massacro di Netanyahu a Gaza con i soldi dei nostri contribuenti – un’azione che potrebbe riportare Trump alla presidenza – migliaia chiedono un cessate il fuoco immediato, tra cui il sindacato statale degli insegnanti, la United Auto Workers, il National, Il sindacato degli infermieri e il sindacato degli assistenti di volo, più molti altri, hanno votato “Uncommitted” per aiutare a salvare Biden da se stesso… e salvare il resto di noi da una presidenza Trump 2.0.
Come ha scritto venerdì Michelle Goldberg sul NYTimes, “Biden rischia di perdere il Michigan e, con esso, l’intera elezione”.
Oltre alle proteste degli studenti nei colleges americani, moltissimi chiedono il Cessate il Fuoco in tutta l’America e nello stato in cui vivo, NY.
Cito ad esempio l’evento di oggi.
Oltre 40 gruppi provenienti da tutta New York, incluso Jewish Voice for Peace,
JVP-NYC, hanno sponsorizzando una veglia per il Cessate il Fuoco presso il municipio, oggi, mercoledì 28 febbraio. Chiederemo a più membri del Consiglio Comunale di aggiungere pubblicamente i loro nomi alla richiesta di un cessate il fuoco immediato a Gaza.
Le attività della giornata inizieranno alle ore 10, sul lato Broadway del Municipio, con una conferenza stampa, a cui
tutti sono invitati a partecipare. Dopodiché ci sposteremo sul lato del municipio del ponte di Brooklyn per una veglia che durerà fino alle 10 del mattino successivo. Durante la veglia leggeremo i nomi dei palestinesi uccisi a Gaza, intervallati da presentazioni culturali.
Esatto… per 24 ore saremo al municipio per esortare coloro che ci rappresentano a unirsi alla maggior parte dei newyorkesi nella richiesta di un cessate il fuoco immediato!

 

 




 

L’età di Biden

 

Bollettino elezioni americane (2)

di Raffaella Ferraiolo Depero

Ragazzi non c’è niente da fare, anche se Balordo44 ha proposto Michell Obama e Strullo45 AOC come alternative a Biden nelle elezioni presidenziali la scelta è binaria: Biden oppure Trump.
La convenzione democratica è al lavoro, chiedendo freneticamente il parere dei vari Strulli e Balordi, ma pare che non ci sia niente da fare.

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Oh che bella guerra!

Note sulla nuova guerra americana

di Paolo Di Marco

1- ∂F, TF9

Durante la guerra contro il Daesh gli americani hanno sperimentato e usato tattiche nuove, centrate sulla minimizzazione della presenza diretta e quindi delle perdite dei loro soldati. E questo ha portato all’impiego di nuovi tipi di armi e anche un nuovo tipo di organizzazione.
Le armi:
-droni (comandati da specialisti situati in basi negli Stati Uniti)
-cannoni a lunga gittata a tiro rapido (obici da 11 m)
-aerei da battaglia (caccia) con equipaggio
Queste armi e la mancanza delle truppe di terra con la loro classica struttura rendevano obsoleta la forma gerarchica solita, centrando tutto su una unità mobile di racolta informazioni, selezione dei bersagli e comando delle armi, tutti integrati.
Una delle principali era/è la Delta Force, Task Force 9.
Loro la selezione degli obiettivi, loro il comando degli attacchi.
Trump aveva concesso alla Delta Force una larga autonomia, e la Task Force 9 di fatto non rendeva conto a nessuno del proprio operato.
Due esempi:
a) diga di Mosul: su un lato del fiume c’era una piccola postazione dell’ISIS; non essendo riusciti a distruggerla con mezzi convenzionali TF9 ordina ai caccia americani un bombardamento con bombe pesanti; una finisce sulla diga, fortunatamente inesplosa. Isis e tecnici e miliziani governativi collaborano a disinnescarla. Avrebbe causato un’inondazione a valle con decine di migliaia di morti.
b) Raqqa: la città è controllata dal Daesh. Con cannoni a lunga gittata (obici M777A2) in postazioni lontane e invisibili dalla città i marines del 10° e 11° battaglione sparano senza interruzione per due mesi 1100 caricatori uno, 10000 l’altro (nel Desert Storm del 91 erano stati in tutto 70). I bersagli sono di tutto, da supposti rifugi militari a moschee, scuole, centrali energetiche. In qualche caso l’ordine è di sparare a griglia, ovvero indiscriminatamente.
Quella che viene operata è una guerra segreta, non dichiarata, che nel 2017/2018 si allarga alla Siria. E in cui dei soldati americani non si vede l’ombra, ma si sente solo il rumore. E dove nessuno è ufficialmente responsabile della selezione dei bersagli e tantomeno delle perdite civili.
Gli unici effetti sui soldati americani sono i rari casi di stress su chi, chiuso in un bunker del Montana, ammazza sconosciuti di cui non sa le colpe coi droni; e in maggior misura le conseguenze neurologiche degli spari dei cannoni a lunga gittata, che distruggono a livello di microconnessioni il tessuto nervoso degli  operatori ( a un tasso superiore al 50%).

2- le nuove armi

Anche se le armi tradizionali non perdono la loro attrattività, anzi, e recentemente si sono anche scoperte ecologiche (per aggirare le norme sui finanziamenti socialmente accettabili), si stanno affacciando nuove armi che hanno il potenziale per cambiare lo scenario bellico ma anche quello produttivo.
1-Uno sono i droni, che come abbiamo visto in Ucraina non debbono essere necessariamente grossi e costosi ma possono essere immediatamente derivati dagli esemplari commerciali, sia a scopo di raccolta informazioni che di attacco mirato. Il che rende ancora più obsoleta l’attuale struttura centralizzata degli eserciti.
2-Un secondo sono i mezzi plananti: utilizzate anche dai cinesi per i missili nucleari, le traiettorie plananti escono dai vincoli delle traiettorie balistiche, rigide e prevedibili, riuscendo a modificarle in modo imprevedibile ma anche penetrante: appiattendo gli archi di traiettoria e riuscendo a passare al di sotto dei sistemi di avvistamento, o nel caso stando nascosti nelle coltri di nubi per poi buttarsi in picchiata.
(Era anche un’idea utilizzata dagli Zengakuren in Giappone nel periodo delle lotte studentesche, col lancio di dischi esplosivi mediante bracci che imprimevano rotazioni -analoghi al lancio dei piattelli- idea più minacciata che attuata ma che permise loro a lungo di mettere in stallo la polizia).

3-Un terzo è, ovviamente, l’Intelligenza Artificiale
(In questo caso un drone con A.I. usato dall’esercito israeliano)
Questa può essere usata a vari livelli: da sistema di guida autonoma di droni (che evita i limiti del comando a distanza) a sistemi di riconoscimento e guida sui bersagli, a sistemi di risposta automatica ad attacchi nemici.
Ricordando l’esempio del sistema di riconoscimento di attacchi nucleari che stava per lanciare una salva di missili nucleari contro l’URSS per aver interpretato come attacco nemico il sorgere della luna..l’unico commento che possiamo fare è : che Allah ci protegga!
D’altro canti i tempi di risposta ridotti e la molteplicità del tipo di attacchi tende a far preferire questi sistemi a quelli umani o misti per un semplice vantaggio di tempi di reazione. E che Yahweh ce la mandi buona.

4- Un quarto è ancora, ufficialmente, silente ma si prepara, le armi batteriologiche: sono circa 40 i laboratori americani (o da loro finanziati e controllati, come fino ad Agosto scorso Wuhan) dove si studia la guerra batteriologica (dopo il bado dell’ONU e di Obama ora chiamata col nome ‘politicamente corretto’ di ‘gain-of-function’ (aggiunta di funzioni; ricordiamo i passaggi base: si prende un battero o virus già esistente e con buone potenzialità di diffusione e letalità (v. il virus dei pipistrelli), gli si aggiunge un pezzo (aggiunta di funzioni) che lo rende più letale e specifico per l’uomo (tipo la proteina Spike con le ‘forbici molecolari’ ), si prepara un vaccino da iniettare alle proprie truppe; si diffonde l’agente patogeno nel territorio/tra le truppe del nemico; quando ha fatto effetto si mandano le proprie truppe../Specifichiamo che il ‘gain-of-function non è necessariamente a scopi bellici: dei circa 50 laboratori che lo usano in giro per il mondo (compreso uno in Italia) una decina sono a scopi pacifici.

5- Il quinto non è un’arma, ma conta di più, le informazioni: dai tempi in cui ero piccolo e i bip del primo Sputnik sorpresero il mondo il cielo si è riempito di migliaia di satelliti, parlanti o silenziosi, e che in larga parte ci spiano (con una precisione insospettabile)

In parte dei governi per scopi militari e di spionaggio, in larga parte di telecomunicazioni e gestiti da privati, ma con potenziale doppio uso, come ha mostrato Musk quando  ha messo Space X a disposizione dei militari ucraini. O come ci mostrano anche i film che ci fan vedere come si possa seguire un’auto o una persona dappertutto.

3-la nuova guerra

a) Aggiornando von Clausewitz, : ‘la guerra e la politica tendono ad essere fatte vieppiù con gli stessi mezzi’.
Maestro indubbio di questa commistione è indubbiamente stato il testè scomparso Henry Kissinger, che per questo ha anche avuto il Nobel (la motivazione ufficiale era per la pace, ma era talmente improbabile e provocatoria da non poter che nascondere l’ammirazione per l’aggiornamento di von Clausewitz).
Il bombardamento a tappeto della Cambogia (500.000 tonnellate di bombe e 150000 morti) che ne distrusse l’economia (e en passent aprì la strada al dominio dei Khmer rossi) è stato esemplare, così come la sua orchestrazione del colpo di stato cileno di Pinochet, forzato dall’irresponsabilità del popolo cileno che, pensando di essere in democrazia, aveva scelto un presidente non gradito agli USA. Gli stermini di Indonesia/East timor e Pakistan/Bangladesh portano anch’essi la sua firma.
Ma alla semplice, qualcuno direbbe semplicistica, brutalità di Kissinger si sta progressivamente affiancando, forse sostituendo, una tattica più raffinata, basata sulla gestione del caos.
Come il defibrillatore caotico sostituisce all’unica scarica brutale e ustionante del defibrillatore classico una successione di piccole scariche mirate, così la Rand Corporation e altri hanno iniziato a studiare, simulare e cercare il modo di intervenire sulle traiettorie dei paesi con una successione di interventi mirati. Si dà generalmente credito alla Rand di aver concepito il piano che ha portato alla dissoluzione dell’Unione Sovietica, sfiancata dal prolungato logoramento della concorrenza contemporaneamente militare, economica e politica degli USA, ma non si presta la dovuta attenzione al ruolo di Woytila, che ha sfiancato economicamente la chiesa cattolica (e le ha anche procurato la dipendenza da cattive compagnie) ma ha esercitato con la Polonia un colpo destabilizzante dagli effetti devastanti.
Lo stesso Kissinger negli ultimi anni si era spostato in questa direzione, tanto da essere critico rispetto al golpe ucraino e al conseguente confronto con la Russia; si era dissociato anche dalla solita Viktoria Nuland e dal suo stile da bullo di balera quando, ripetendo il copione già usato con Yanukovich, aveva minacciato Putin di sabotare il Nordstream in caso di invasione dell’Ucraina (avvisando di averlo già minato); chè poi, dopo l’invasione, l’aereo CIA/norvegese che manda il segnale di esplosione è un atto di bullismo gratuito, uno schiaffo stavolta alla Germania peraltro già carponi; (l’attribuzione all’Ucraina è un recente gesto di gentilezza e prudenza insieme);
così come non approvava l’attacco stile guerra fredda alla Cina fatto da Biden nello stile di quello anti sovietico, con l’accerchiamento militare e la guerra economica e tecnologica; anche nei confronti di Israele si dissocia, non apertamente, dalla politica genocida di Nethanyahu mostrando invece la possibilità di giocare coi palestinesi e i vicini arabi su più piani: ponendosi così su quel piano di gestione della complessità la cui forma tecnica è la gestione del caos, cioè l’individuazione delle traiettorie (caotiche) in atto e delle spinte necessarie a passare da una all’altra. (Di cui il porsi su più piani è condizione indispensabile, dato che si tratta di traiettorie multidimensionali).
b) le manipolazioni informatiche (hackeraggio): il travaso da strumento di conflitto pacifico a strumento di conflitto armato è pressochè immediato
c) la propaganda: la guerra moderna è impensabile senza propaganda, che è stata parte essenziale nel conflitto ucraino/russo come in Israele/Palestina;
il suicidio di stati come la Germania, il cui presente ed avvenire era impensabile senza la Russia, è stato forzato con molti mezzi diversi dagli Stati Uniti, ma una condizione centrale è stata far bere alla popolazione tedesca una pozione narrativa tossica forzata giù per mezzo di una pressione proagandistica enorme. Ma ormai quasi dappertutto il ruolo congiunto di social, stampa e televisioni è tale da stravolgere prima e consolidare poi equilibri prima impensabili; anche se nelle Americhe questo è facilitato dal peso massiccio delle truppe cammellate evangeliche, che negli USA, Brasile, Australia, forse Argentina, hanno portato decine di milioni di votanti ad eleggere candidati impensabili fino a un anno prima. L’appoggio a guerre e strategie fino ad allora estranee è lo sbocco che solo dopo si palesa. Ricordiamo la ‘strage di Timisoara’, il pretesto col quale Ceasuscu venne impiccato dai romeni infuriati; solo dieci anni dopo si è scoperto che era inventato di sana pianta. D’altro canto la narrazione è fondamentale per il consenso a politiche prima impopolari, come ben sanno gli orchestratori dell’11 Settembre, con la ‘nuova Pearl Harbour’ dei neocon. Lezione forse non estranea anche a un Israele che esattamente un anno fa aveva in mano i piani dettagliati dell’attacco di Hamas. (Come ci raccontava ieri il NYTimes, che ha anche dedicato due articoli alla ∂F-TF9).

 

 

 

 

 

 

 

 Ta-Nehisi Coates nella West Bank

di Raffaella Ferraiolo Depero

È morale, per uno Stato che si dichiara una “democrazia” mantenere un popolo in una situazione in cui non si hanno i più elementari diritti? Continua la lettura di  Ta-Nehisi Coates nella West Bank

La realtà nasce dalla mente

di Paolo Di Marco

Viene citata anche da Rovelli in Helgoland, e sta prendendo sempre più piede la convinzione fra gli scienziati che la percezione del mondo non segua un percorso esterno ->interno ma viceversa: dal nostro cervello estraiamo un’idea del mondo circostante e mediante la percezione la rinforziamo o correggiamo.

1-Krugman su percezione del crimine e percezione dell’economia (NYT, 24/10)

Utilizzando una serie di statistiche storiche, l’economista (Nobel) Paul Krugman ci fa vedere come negli Stati Uniti la percezione della criminalità sia indipendente dall’andamento reale del fenomeno

Ci sono diversi elementi che concorrono: percezione selettiva, memoria selettiva, notizie distorte su televisioni e giornali; ma l’elemento determinante appare essere la convinzione a priori: i repubblicani vedono il crimine aumentare coi presidenti democratici, i democratici all’opposto.

Un identico fenomeno avviene con l’economia. (v lo stesso Krugman sul NYT)

2- il mondo che vediamo
a) L’ipotesi Bayesiana della Mente (Manuel Brenner, ‘Towards Data Science, 15/8/2019)
Come diceva Blaise Pascal “navighiamo in una vasta sfera, sempre alla deriva nell’incertezza” tuttavia, dice Brenner, ce la caviamo ammirabilmente in questo oceano d’incertezza. Ma come abbiamo fatto a ricavare un senso di certezza da un futuro definito dall’incertezza?
La ‘Ipotesi Bayesiana della Mente’ sostiene che c’è una struttura nascosta in profondità dietro il nostro comportamento, le cui radici risalgono lontano nella natura profonda della vita stessa. Afferma che, in un certo senso, i cervelli fanno poco altro che predirre un futuro e realizzare questo futuro desiderato; che le menti, all’unisono con le leggi dei sistemi viventi, combattono sempre in salita contro le sorprese che la natura ha in serbo per loro.
Questo è in accordo quello che ci dice la neurofisiologia degli ultimi anni: che il nostro cervello passa tutto il tempo (al disotto del livello della percezione cosciente) a fare previsioni, a creare scenari possibili così da avere sempre a disposizione una rotta a prova di imprevisti e fortunali.
L’ipotesi Bayesiana è fatta propria anche da Carlo Rovelli in Helgoland.
Come dice Elke Spaak (Elke Spaak, 27/9/23 Arxiv), ‘l’idea che il cervello sia una macchina inferenziale bayesiana (probabilistica), che cerca continuamente di immaginare le cause dei suoi stimoli, sta avendo molta influenza sulle (neuro)scienze cognitive nelle ultime decadi. È stata propagandata come la promessa di realizzare una ‘scienza unificata della mente e dell’azione.’
Centrale a questa ipotesi è proprio il fatto che la costruzione del mondo non avviene a partire dell’esperienza (almeno da un certo punto in poi) ma l’esperienza è solo strumento di conferma di una immagine preesistente.
Se qualcuno pensa che questo lasci aperta la possibilità di ripensamenti, cambi di idee ed immagini del mondo, non fa i conti con l’inerzia -che è anche una forma di economia energetica, una necessaria esigenza di stabilità- che è propria della grande maggioranza delle persone.

3- tre piccole conseguenze

a-Ne consegue che se vogliamo fare una propaganda efficace, per esempio una campagna elettorale, poco serve mostrare cose belle o cose brutte, per quanto condite di abbondanti dati; tutti sanno che il Corriere della Serva dice balle, che i telegiornali sono bugiardi matricolati, ma non interessa a nessuno; finchè non si interagisce direttamente con l’immagine del mondo che la gente già possiede. Ma nel frattempo Netflix & co (e i videogiochi) ci bombardano con filmacci e seriacce talmente ossessivi che è difficile non uscire di casa preparati a veder mostri da combattere in tutti i passanti che ci tagliano la strada (data la capacità residua delle immagini di passare la barriera encefalico/percettiva).
La differenza tra i voti 5stelle di quando era un’idea nella testa dei delusi e oggi (pur con un dirigente decente come Conte) dice che idea batte realtà 3 a 1.
b-Sulla caduta a terra quasi perpendicolare della sinistra storica socialcomunista ha certamente pesato la dirigenza che si è ritrovata, ma quello che ha giocato un ruolo determinante è stata la caduta degli ideali, dei sogni e delle prospettive; compresi quegli elementi simbolici che pur negativi com’erano sostenevano la possibilità di esistere di un’idea di diversità, come l’immagine di Stalin.
Se a qualcuno interessasse risollevarne le sorti sarebbe da quel livello che deve partire.
c– questa rigidità della visione del mondo che man mano si è creata produce una suddivisione in tribù ognuna colle sue Verità, i suoi riti e i suoi totem.
Ricorda la situazione che si è creata 30000 anni fa a cavallo del neolitico, quando, in seguito alla formazione di gruppi/clan/tribù patrilineari, si generò una lotta feroce tra lignaggi che portò ad una riduzione di 17 volte dei geni maschili (e non si sa di quanto della popolazione). Come dimostrano i comportamenti fascisti nei confronti delle opinioni dissenzienti su Ucraina ed Israele ci stiamo avvicinando ad una situazione analoga.

4- creatori di mondi

Un fortunato romanzo di fantascienza si chiamava ‘Il fabbricante di universi’, e immaginava qualche decina di mondi paralleli- fra cui la Terra- creati da superumani molto simili a noi.
Ma già fra noi, nel nostro piccolo, possiamo immaginare personaggi che cercano di creare prima e forgiare poi tribù adatte ai loro scopi. In fondo in un mondo che ha tollerato imperi, regni, ducati, baronie..non sarebbe cosa inusitata. Bastano in fondo pochi parametri di controllo.
Prendiamo un esempio a caso, Steve Bannon: cosa conosciamo della sua storia?
la prima notizia che noi italiani comuni abbiamo di lui è ai tempi del sequestro Moro, quando nell’inusitato e ad attenta riflessione incredibile ruolo di consigliere del Governo italiano (Cossiga nella fattispecie) per conto del Governo Americano, si prodiga per garantire che Moro non ne esca vivo
lo ritroviamo assai più tardi negli USA come fervente ammiratore e sostenitore di Qanon, una creatura relativamente effimera ma già dotata dei parametri fondamentali: un’immagine del mondo aliena e impermeabile alle critiche, un insieme di elementi unificanti semplici, ben riconoscibili e radicati in alcuni valori fondanti americani
nel frattempo però aveva frequentato Hollywood e il mondo della sceneggiatura e della direzione dei film (ne produce 18), acquistando la capacità di discriminare tra le sceneggiature funzionanti e quelle no
ed era anche stato nel consiglio di amministrazione di Cambridge Analytics, famosa per la raccolta segreta di dati personali dalle piattaforme social per poi usarli a scopi elettorali.
nel 2016 lo ritroviamo stratega della campagna elettorale di Trump, di cui dopo le elezioni per 7 mesi fa da consigliere anziano;
Si pone come riferimento e guida della ‘destra alternativa’ (alt-right) prima col giornale BreitBart poi fondando in Europa Il Movimento con stretti rapporti con Lega e FdI.
È interessante del personaggio il suo rapporto con la realtà: la sua destra è alternativa non perchè con obiettivi diversi dalla destra tradizionale (sia negli USA che in Europa) ma perchè propone una visione del mondo alternativa, dove i fatti e le relazioni sono diversi da quelli ufficiali, cosicchè quelli che tradizionalmente sono cattivi diventano i buoni, poteri occulti complottano per opprimeri o spodestare i buoni, mescolando accuratamente elementi controllabili con elementi fantastici in modo da perdere la distinzione: esemplare l’intervista in Europa in cui dice: ‘Non prendeteci per stupidi, non crediamo alle Torri gemelle, non crediamo a Sandy Hooks (l’eccidio di bambini in una scuola)…’.
Non sappiamo quanto successo abbia ancora nel creare il suo mondo, ma la sua capacità narrativa è indubbia. Una sola cosa nelle sue sceneggiature non funziona bene: nascono (necessariamente) tarate su un insieme di richiami emotivi e valori tipicamente americani, quindi a volte stonate in altri contesti culturali. Pensiamo ai tipici film americani, dove l’eroe che deve salvare il mondo dice: ’non posso, prima devo salvare la mia famiglia’; questa battuta, che nelle sale europee sarebbe accolta da salve di fischi e booh! negli USA è non solo accettabile ma dovuta. Strano che stonature del genere l’abbiamo trovate in Italia al tempo del Covid, dove la rivolta contro il complotto di X e Y e Z era fatta in nome della libertà assoluta compressa: valore ereditato dai cowboys e quindi classico negli USA ma qui poco credibile. E dove l’opposizione ai vaccini, tipica degli evangelici primitivisti americani, era qui bandiera dei seguaci dell’omeopatia, cioè dalla più primitiva delle forme di vaccinazione….Misteri delle fiabe.

 

 

Lynda

 

di Raffaella Ferraiolo Depero

Voglio ricordare pubblicamente la mia amica Lynda Myles. Per me è stata un  bellissimo regalo ricevuto quando, a 66 anni, non mi sarei mai più aspettata di cominciare una nuova vera amicizia.
Ci siamo conosciute frequentando assieme una palestra; ed è stato amore a prima vista. Ero stata colpita dal suo humor, dalla sua allegria, dalla sua empatia e dalla sua bellezza.  Lynda aveva 74 anni ed era ancora bellissima, di una bellezza che irradiava dall’interno e traspariva dai suoi occhi. Continua la lettura di Lynda

Il volto di MedUSA

di Paolo Di Marco

La danza Butoh proviene da Hiroshima; ci parla di lei, o forse siamo noi visti attraverso i suoi occhi. Trasforma il modo stesso in cui viene visto il corpo e la sua relazione col mondo e colle emozioni. Da quando ho visto i Sankai Juko molti decenni fa a Milano non ho più potuto vedere balletti e opere. C’è un coinvolgimento emozionale tale nel loro indicibile che brucia ogni altra esperienza simile. Continua la lettura di Il volto di MedUSA

L’attacco al Congresso americano. Conversando col mio parrucchiere

di Donato Salzarulo

1.- La mattina del 7 gennaio, alle 10, avevo un appuntamento col mio parrucchiere. Ci sono arrivato con i fotogrammi negli occhi di ciò ch’era accaduto a Washington il pomeriggio dell’Epifania. Scrivo “Washington” e penso alla buonanima dello zio Antonio che, quando pronunciava questa parola, si riempiva la bocca come fosse un luogo della Terra immacolato e irraggiungibile. Continua la lettura di L’attacco al Congresso americano. Conversando col mio parrucchiere