di Ennio Abate
Nella luce tersa del mattino farai con me il percorso
che ormai ti è ben noto.
Da via Sichelgaita alla parrocchia di San Domenico. Continua la lettura di Raccomandazioni di Chiero al narratore della “vocazzione”
di Ennio Abate
Nella luce tersa del mattino farai con me il percorso
che ormai ti è ben noto.
Da via Sichelgaita alla parrocchia di San Domenico. Continua la lettura di Raccomandazioni di Chiero al narratore della “vocazzione”
Narratorio. Da “A vocazzione”
di Ennio Abate
Ogni tanto ronn’Enze Qu viene in mezzo a noi ragazzi. Ma per poco tempo. Ha sempre da fare. Va di qua, va di là, riceve gente in sacrestia, dà ordini al sacrestano, scompare per ore. Chiero lo osservò intimidito e sospettoso. Era il primo prete che conosceva. Basso di statura. Robusto. La testa squadrata e volitiva. La barba spesso non rasata per qualche giorno. Con peli corti e fitti. Pure questo notavi? Pure questo. Mìneche si rasava. Così pure Zì Vicienze e i parenti. Non c’erano maschi con la barba tra quelli che conobbe. E la voce di ronn’Enze Qu? Baritonale, da comandante, priva di affetto, burbera. Sì, burbera va bene. Anche gli altri adulti – Mìneche per primo – avevano voci aspre. Lo scuotevano. Appena aprivano bocca e se parlavano di lui sentiva una loro superiorità ostile. E a volte lo schernivano con inconsapevole cattiveria. Per la sua magrezza (“me pare nu stuzzicarienti”). Per le grandi orecchie (“ecché so chelle e Dumbo!”). Per la timidezza (“sempe attaccate a gunnelle e mammeta!”). Perché silenzioso (“ma nun parle mai?). Continua la lettura di Ronn’Enze Qu