di Donato Salzarulo
Nella curva d’autunno c’è chi muore da solo. Intubato, affamato d'aria, dentro una gabbia di vetro.
di Donato Salzarulo
Nella curva d’autunno c’è chi muore da solo. Intubato, affamato d'aria, dentro una gabbia di vetro.
di Alessandro Scuro
Che meraviglia, per il viandante solitario che si addentra in una foresta intatta e rigogliosa, immergersi nella natura incorrotta, sollecitato dal terreno e dalla cadenza di pensieri cangianti, suggestionato dall’infinita varietà di dettagli e dall’armonia con la quale il paesaggio li combina. Curioso, scopre ad ogni passo uno scorcio ameno, una composizione inedita, vedute sconfinate e zone selvagge, fitte di vegetazione incorrotta. In quello spazio vergine ogni possibilità si estende al suo intorno. Dimentico della propria provenienza, senza meta, vive l’esperienza di una libertà inusitata; primi fra gli uomini contempla, scopre ed inventa il vagabondo perso in territori inesplorati, a contatto con ciò che non ha ancora forma definita né nome. Continua la lettura di I limiti del possibile